Protendersi
Una pagina dal quaderno del laboratorio Storie di un corpo
Drupal lavora ogni giorno in un ufficio pubblico della circoscrizione 7. Niente di speciale, prende appuntamenti, riempie moduli precompilati; lo fa da quando ha 19 anni, e alla fine il mondo ha un po’ tutto quella forma lì, la vita è uno sport che si gioca nel mezzo tra la sua scrivania e quella del giovane ragioniere con cui condivide l’ufficio.
Poi un mattino, mentre va al lavoro, sente uno scoppio. Si agita e affretta il passo. Ma poi si accorge che nel parco di fronte alla circoscrizione 7 ci sono due indiani che giocano a cricket nel campo da calcetto. Che scena pittoresca! — pensa Drupal. A stupirlo non è il gioco, ma la persistenza dei due indiani che si sfidano all’ultimo fiato, con le polo di cotone pesante e le facce lucide di sudore; la palla fa un rumore sordo e fortissimo tanta è la forza le imprime il battitore. I due grugniscono come i giocatori di tennis, e sembrano sull’orlo di odiarsi per ogni punto che incassano o infliggono.
Drupal si è fermato a guardarli da lontano, ma presto si accorge che grugniscono ed esultano a intervalli incerti. Non sa più dire chi infligge il punto e chi lo incassa, né può indovinare chi sta vincendo, poiché non conosce le regole del cricket. Fra loro indifferenti passano il vento già caldo e la luce intensa del mattino. Dai due corpi sudati emanano quella foga concentrata e quell’odio reciproco, ma chissà perché Drupal si sente a proprio agio lì, al limitare del campo da calcetto.
Al chiudersi di un punto, che deve essere quello decisivo, i due indiani si incontrano a metà campo e, come atleti professionisti, si stringono virilmente le mani. Rifiatando, iniziano a scambiarsi qualche parola — poi diventa un fiume di parole, con i modi cordiali due vecchi amici, le sopracciglia e i polpacci contratti. Raccolgono la loro roba e se ne vanno.
Quando gli passano accanto, Drupal si accorge di due cose. La prima è che parlano in una lingua sconosciuta, eppure perfettamente comprensibile. La seconda è che i suoi piedi hanno imboccato l’ingresso del parco in direzione opposta all’ufficio.